L’artista napoletana Annalaura di Luggo dedica un intero progetto artistico allo sguardo, specchio dell’anima, e ne sonda le profondità impresse in particolare nell’iride attraverso il progetto occh-IO/Eye-I. In questo percorso artistico Annalaura dialoga con i suoi soggetti, instaurando sempre un rapporto prima di procedere allo scatto che cattura esclusivamente l’iride dell’occhio. A maggio è possibile vedere i lavori di Annalaura di Luggo in Italia presso l’istituto dei ciechi Colosimo di Napoli, in un’esposizione del tutto peculiare, “Blind Vision“.
Ho incontrato Annalaura a Miami Beach nella sede di SCOPE 2016, l’esposizione di arte contemporanea in concomitanza con Art Basel Miami, punto di riferimento nel selezionare e richiamare gli artisti emergenti. Qui l’artista napoletana era rappresentata dalla galleria Naïf International, dell’imprenditore Massimo Maltese, che tra i suoi artisti annovera anche Lorenzo Marini.
Il titolo del progetto, Occh-IO/Eye-I, ne svela il tema dando un preciso indizio sull’intento dell’artista: approfondire l’io, in inglese I, che si nasconde negli occhi dentro la loro iride, rivelando l’essenza della personalità che resta immutata con il trascorrere inesorabile del tempo. Il volto può tradire i segni del tempo e le sfaccettature del carattere possono mutare durante le prove a cui ci chiama la vita, che cosa dunque rimane integro per tutta la durata della nostra esistenza? L’iride dell’occhio, meraviglioso e colorato depositario dei codici dell’anima. La sfida del lavoro fotografico di Annalaura di Luggo consiste proprio nel tradurre su carta stampata i risultati di questo iter di conoscenza, che richiede oltre a doti intuitive e indagatrici dell’umano, anche raffinati strumenti tecnici.
Annalaura, infatti, per condurre la sua ricerca artistica, ha attinto al mondo dell’ottica e ha brevettato uno speciale obiettivo che le consente di ritrarre al meglio il dettaglio dell’iride. Inoltre gli scatti vengono eseguiti in una stanza buia, per preservare l’iride dai riflessi della luce e restituendola all’obiettivo nella sua purezza. All’accurato lavoro tecnico, Annalaura di Luggo affianca un momento in cui dialoga con il protagonista prima di procedere con la fotografia, tra il racconto di sé e delle tappe importanti della vita: tutto concorre a raggiungere il traguardo più importante del progetto/performance Occh-IO/Eye-I, ovvero la comprensione reciproca, la comprensione dell’altro e di se stessi.
Da diverso tempo i lavori di Annalaura di Luggo dedicate all’iride sono esposti in occasione di importanti eventi artistici internazionali e con il prossimo appuntamento l’artista napoletana si misura con una sfida ancor più delicata: fotografare l’iride di persone non vedenti. “Blind vision” è infatti in programma dall’1 al 31 maggio 2017 presso l’istituto dei ciechi Colosimo di Napoli, dove è possibile anche vivere l’esperienza della blind dinner, la cena al buio proposta a chi desidera sperimentare per un breve tratto la complessa condizione di vita dei non vedenti.
Courtesy: annalauradiluggo.com