Ecco la storia di due amiche d’infanzia, diventate poi donne di successo in due campi diversi ma complementari come quello del design e del cinema: Abrima Erwiah e Rosario Dawson. A unirle, il progetto umanitario che hanno sviluppato insieme per amore della moda, Studio 189.
Le ho intervistate a Milano per Junglam.com sul colore più gettonato della prossima stagione primavera/estate, l’indigo, scoprendo che non solo di trend si tratta ma di una vera e propria lavorazione artigianale che affonda le sue radici nell’antica Grecia ed arriva nei nostri armadi sotto forma di, udite udite, denim!
Vi propongo un estratto dall’intervista.
PS: Carissime Abrima e Rosario, se ho capito bene, l’indigo è il colore che caratterizza la più conosciuta tela denim, è corretto?
AE: sì, con la differenza che l’indigo naturale viene estratto dalla pianta Indigofera che contiene una molecola colorante blu molto persistente, in grado di creare un effetto artigianale hand-dyed, cioè colorato a mano, e che invece l’indigo sintetico viene realizzato in laboratorio ed è utilizzato per tingere i capi a macchina, rendendo il colore meno vivido sul lungo periodo.
RD: abbiamo deciso di utilizzare questa risorsa naturale per la nostra collezione primavera estate 2015 intitolata Fashion Rising,ricavandola in Mali, dove abbiamo estratto la materia e tinto i tessuti. In seguito, abbiamo prodotto i capi in Ghana (entrambi i paesi sono in Africa Occidentale ndr) dove ha sede il nostro quartier generale. Grazie al supporto di alcune artigiane africane che si dedicano alla tintura naturale del cotone, integriamo in maniera sostenibile la passione per la moda che caratterizza me ed Abrima sin da quando eravamo adolescenti, all’imprenditoria femminile.
PS: quest’avventura sembra dunque essere un’impegno sociale che vi siete prese a cuore oltre che un progetto fashion: da dove nasce il desiderio di collaborare insieme?
RD: nasce dal profondo delle nostre anime, dalla nostra amicizia e dalla solidarietà femminile che ci lega da sempre, ma anche dal nostro istinto di creare business sostenibili. Abbiamo visto crescere il nostro sodalizio imprenditoriale in Africa, un paese che abbiamo visitato insieme nel 2011 per l’apertura della City of Joy, letteralmente città della gioia, che racchiude un progetto di raccolta fondi per supportare l’autonomia delle donne e l’istruzione dei bambini meno fortunati, sodalizio che continua tutt’ora e che ci permette di condividere le nostre conoscenze a favore del cambiamento.
AE: l’impegno nasce anche dalla ricerca e dallo studio delle tecniche artigianali del ricamo e delle lavorazioni tipicamente locali, quindi ogni capo realizzato hand-dyed con l’indigo naturale crea l’occasione per raccontare una storia a sé, unica e speciale.
PS: dove si può acquistare la collezione Fashion Rising di Studio 189?
AE: potete andare sul nostro sito www.studiooneeightynine.com e preordinare i capi della primavera/estate 2015 sull’ecommerce dedicato.
PS: Quali sono i vostri prossimi obiettivi?
RD: continuare ad investire nel progetto fashion a sfondo umanitario che ci vede protagoniste di una partnership con le Nazioni Unite, esattamente contribuendo con ITC Ethical Fashion Iniziative; portare avanti la collaborazione con Vogue Talents che ci ha permesso di mettere in evidenza la nostra iniziativa durante le ultime sfilate milanesi nell’esposizione di Palazzo Morando e naturalmente, godere della nostra amicizia che dura da quando eravamo bambine e che è alla base del nostro successo.Io sul loro sito ci sono già andata, la mia giacca indigo di Studio 189 che sfoggio nella foto con le due designer, è già prenotata!
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