La poliedrica artista francese Niki de Saint Phalle ispira con le sue parole la collezione Primavera/Estate 2018 disegnata da Maria Grazia Chiuri per Christian Dior: “Se la vita è un gioco di carte, noi siamo nati senza conoscerne le regole. Dobbiamo giocarcela di volta in volta. Gli artisti, i filosofi, gli alchimisti hanno il compito di decifrare il senso di questo mistero”. Questa la citazione che campeggia all’esterno del Musée Rodin, suggestiva location scelta per la sfilata della Fashion Week parigina.
Esplorando gli archivi della Maison – che proprio quest’anno celebra i suoi 70 anni – Maria Grazia Chiuri ha potuto studiare il rapporto che legò Niki de Saint Phalle a Marc Bohan, direttore creativo per Dior dal 1960 al 1989.
Così il richiamo a de Saint Phalle prosegue all’interno della location con un allestimento di grande effetto che ricrea l’incantevole atmosfera del Giardino dei Tarocchi, il parco artistico realizzato in Toscana dalla maestra francese esperta di scultura, pittura, regia e di costruzione di plastici.
L’intera collezione Spring/Summer 2018 di Christian Dior risente delle influenze di Niki de Saint Phalle, visibili particolarmente nelle righe Breton di body e maglue, nei copricapo con veletta e nei trench lunghi, nei vestiti shining e nei mini abiti dal mood anni Sessanta; le opere della scultrice e pittrice francese si traducono poi in decorazioni, stampe e pattern, mentre le ampie gonne lunghe aperte sul davanti celebrano il lavoro di Marc Bohan.
Il gusto Sixties si ritrova anche negli stivali al ginocchio in argento, nelle giacche patchwork di pelle, nei motivi a cuore multicolor e in una serie di jumpsuit in stile motorbike, ispirate anche queste ultime a un’immagine di De Saint Phalle. Sembrano invece usciti dal guardaroba di Lydia Deetz, la ragazzina goth del film Beetlejuice, i cappotti in cuoio nero, i cappelli e le bluse rosse e nere.
Se in occasione del suo debutto per Dior Maria Grazia Chiuri aveva scelto lo statement “We should all be feminists”, per questa stagione il suo mantra è tratto dal titolo di un articolo della femminista Linda Nochlin: “Why have there been no great women artists?”
“Ho letto da qualche parte che stavo cavalcando la tendenza del periodo” ha detto la designer romana prima della sfilata. “Questi sono i miei valori! Davvero credevano che stessi cercando di sfruttare una moda? Penso che, in un certo senso, quando la gente lo mette in evidenza, non sta riconoscendo il mio talento. Non sono qui perché sono una donna, ma perché sono brava in quello che faccio”.
Photo: @dior on Instagram