Se vi piace sperimentare le nuove tecnologie indossabili senza dover rinunciare allo stile fashion, il brand CuteCircuit fa per voi.
Fiore all’occhiello della Mercedes Benz Fashion Week di New York e madrina della Hug Shirt, la maglietta che spedisce gli abbracci via bluetooth, la collezione CuteCircuit si fa riconoscere per il suo carattere futuristico e la sua anima LED.
Cosa ci colpisce in particolare? Non solo che la sfilata P/E 2015 abbia inaugurato la settimana della moda newyorkese portando in pedana abiti d’alta moda e borsette gioiello connessi a Twitter ma anche scoprire che la Direttrice Creativa del brand, Francesca Rosella, é italiana.
CuteCircuit ha celebrato il suo decimo compleanno lo scorso ottobre a Roma, con una suggestiva sfilata patrocinata da Altaroma ed ha recentemente conquistato il pubblico internazionale di Kuala Lumpur e di Mosca grazie alle sue futuristiche creazioni digitali.
Viene dunque spontaneo chiedersi se il percorso verso il successo sia stato così immediato sin dall’inizio.
Per scoprirlo prendiamo spunto dalle quindici potenzialità descritte nel mio libro “Retail Coaching: la gestione operativa della rete vendita secondo le logiche dello sport” (Franco Angeli) per esplorare come Francesca sia riuscita ad utilizzare al massimo il potenziale della collezione.
Approfondiamo l’argomento proprio a Roma, dove viene raggiunta da Ryan Genz AD e co-fondatore di CuteCircuit.
Patrizia Saolini: Cosa ha fatto la differenza all’inizio della start-up?
Francesca Rosella: “che bella idea partire della potenzialità del tuo libro! La nostra vision é nata da un incontro avvenuto durante un corso di approfondimento tecnologico dove l’amore per il bello e la curiosità verso il mondo digitale ci hanno portato a sperimentare una nuova forma di comunicazione e di stile. Da lí abbiamo dato vita a una serie di capi demi-couture arricchiti da sensori che reagiscono ai movimenti del corpo, brevettandoli e creando il brand CuteCircuit”.
Ryan Genz: “per me che ho alle spalle studi di antropologia, poter conoscere da vicino l’evoluzione digitale al servizio dell’uomo, significava vedere sin dove potevo spingermi a cambiare il modo di comunicare e di interagire a distanza. Abbiamo iniziato a lavorare sul prototipo della maglietta che spedisce gli abbracci perché credevamo che la tecnologia potesse facilitare lo scambio di messaggi non solo testuali ma anche “fisici”.
PS: quali sono state le potenzialità che avete sviluppato per arrivare ad essere un brand internazionale?
FR: “la persistenza e la curiositá le metterei al primo posto, all’inizio nel 2004 siamo stati pionieri della tecnologia weareable, in pochissimi sapevano aiutarci a realizzare indumenti con migliaia di pixel e collegamento wireless. Dopo vari tentativi in Italia, abbiamo deciso di investire in Inghilterra e quindi Londra é diventata il nostro quartier generale”.
RG: “in effetti all’epoca é stato un pó frustrante non avere interlocutori adeguati, abbiamo dovuto costruire tutto da zero. É stato necessario salvaguardare le nostre energie per garantire un alto livello di vitalità ed abbiamo imparato a utilizzare l’imparzialità. Infatti, sia il design che la produzione fashion sono Made in Italy mentre il software e i circuiti tecnologici, ovvero i “cervelli” come li chiamiamo noi, sono realizzati in Inghilterra, dove il settore ha una marcia in più”.
PS: Come avete gestito lo stress di non essere compresi immediatamente sul mercato?
FR: “la sfida é stata quella di rimanere coerenti con la nostra missione e quindi di avere integritá e audacia nel cambiare le regole del gioco: a un certo punto si sono accorti di noi in America”.
RG: “all’improvviso nel 2006 la rivista Time Magazine premia la Hug Shirt come la migliore invenzione dell’anno e ci siamo ritrovati a celebrare un momento di indimenticabile soddisfazione: la lungimiranza si é rivelata vincente!”
PS: com’é cambiata la vostra leadership negli anni?
FR: “tirando le somme, il successo é arrivato perché abbiamo integrato l’energia del futuro nell’abbigliamento quotidiano. Oggi il nostro Galaxy Dress é esposto nel Museum of Science and Industry di Chicago e gli abiti di CuteCircuit sono apprezzati da artisti del calibro degli U2, Katy Perry e Laura Pausini che indossano le nostre creazioni durante gli eventi internazionali. La leadership viene dunque condivisa con i follower e con i clienti che sono diventati a loro volta curiosi fruitori dell’evoluzione digitale”.
RG: “vogliamo continuare ad essere un esempio di apertura mentale, attualmente stiamo investendo nel sito di e-commerce cutecircuit.com in quanto il mercato estero é senz’altro quello più ricettivo per integrare la tecnologia nella vita di tutti i giorni”.
E mentre ringrazio Francesca e Ryan per la loro disponibilità, sono rapita dalla Mirror Hand Bag, ovvero la borsetta specchiata che nel frattempo ho connesso al mio account di Twitter @MyRetailCoach.
Con un click sto vivendo il futuro che é già realtà: questo é talento puro, altro che potenzialità!
Link: Il mio nuovo libro | Seguimi su Junglam
Foto di Armando Melocchi – Milano